ARPAV, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto, compie 25 anni.
Viene infatti istituita con la Legge Regionale n°32 del 18 ottobre 1996. In base alla Legge 28 giugno 2016, n. 132, “Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente e disciplina dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale”, ARPAV è inoltre entrata a far parte di un nuovo soggetto (SNPA) insieme alle altre Agenzie Ambientali Regionali e all’ISPRA.
Quali gli obiettivi e le attività dell’ARPAV?
L’Agenzia, utilizzando un approccio multidisciplinare, persegue principalmente due obiettivi: quello della protezione, attraverso i controlli ambientali che tutelano la salute della popolazione e la sicurezza del territorio, e quello della prevenzione, attraverso la ricerca, la formazione, l’informazione e l’educazione ambientale.
ARPAV svolge la propria attività sulla base delle esigenze del territorio regionale e di una complessa ed articolata normativa di carattere ambientale. Le principali aree di attività riguardano il monitoraggio di tutte le matrici ambientali (acqua, aria, suolo…), il controllo delle fonti di pressione ambientale determinate dalle attività umane che producono degli impatti sull’ambiente (scarichi, emissioni, rifiuti, sfruttamento del suolo, radiazioni, ecc.), il supporto agli Enti Territoriali per l’approvazione di piani e progetti, per il rilascio di autorizzazioni e per l’espressione di pareri in campo ambientale, attività analitica e laboratoristica, attività di previsioni meteo climatiche ed elaborazioni idrologiche. Inoltre l’Agenzia si occupa di Informazione ed educazione ambientale e partecipa a progetti nazionali ed internazionali.
Com’è strutturata l’Agenzia?
A seguito di un recente adeguamento organizzativo, operativo dal 1 gennaio 2021, volto a realizzare una visione maggiormente regionale, l’Agenzia si articola attualmente in una Direzione Generale, cinque Dipartimenti Regionali (Sicurezza del Territorio, Laboratori, Qualità dell’Ambiente, Rischi Tecnologici e Fisici, Gestione Risorse e Servizi di Supporto) e sette Dipartimenti Provinciali: uno per ogni capoluogo di Provincia. I Dipartimenti Provinciali sono la primaria articolazione operativa di ARPAV sul territorio; ad essi spettano in particolare la cura delle relazioni istituzionali e i rapporti con il territorio, mediante il raccordo con le amministrazioni statali, locali e sanitarie provinciali. L’unità organizzativa Controlli ambientali è la struttura provinciale cui spettano in particolare le attività di controllo sulle fonti di pressione ambientale di carattere locale sul territorio di competenza, secondo l’attività pianificata o le emergenze/segnalazioni che si possono verificare.
A proposito di monitoraggi, quali le principali attività in provincia di Belluno?
Relativamente al Monitoraggio della Qualità dell’aria ambiente, è istituita in regione una rete composta da stazione fisse di monitoraggio, integrata da laboratori mobili rilocabili, impiegati per la verifica del rispetto dei valori di legge. I principali inquinanti monitorati sono le polveri (PM10 e PM2.5), gli idrocarburi policiclici aromatici, l’ozono, il biossido di azoto, il monossido di carbonio e l’anidride solforosa. In provincia di Belluno le centraline sono posizionate a Belluno città presso il parco “Città di Bologna” e l’incrocio “La Cerva”, a Feltre in via Colombo per rappresentare l’area feltrina, e in comune di Alpago.
Dal 2000 l’Agenzia si occupa anche del monitoraggio aerobiologico relativo a pollini e spore fungine, con una rete di campionatori e personale specializzato che copre tutte la Regione e i cui dati sono impiegati per elaborare i bollettini pollinici settimanali; due stazioni sono collocate in provincia: una nel capoluogo presso la sede dell’ULSS n.1 in località Cusighe e una a Feltre presso uno dei padiglioni dell’Ospedale;
Relativamente al Monitoraggio delle Acque, ARPAV ha identificato il reticolo idrografico regionale di riferimento, che è costituito da 498 aste fluviali complessive, tra cui 390 naturali e 108 artificiali. In provincia di Belluno le stazioni monitorate annualmente sono circa 40, la maggior parte afferenti al bacino del fiume Piave e alcune appartenenti a quello del fiume Brenta. In ognuna è monitorato uno specifico set di parametri definito sulla base della destinazione d’uso associata all’acqua, delle pressioni che insistono sul corpo idrico e dei dati dei monitoraggi pregressi.
Inoltre il monitoraggio della qualità delle acque lacustri in provincia di Belluno interessa 7 laghi, 3 di origine naturale (Santa Croce, Alleghe e Misurina) e 4 di origine artificiale (Mis, Corlo, Centro Cadore e Santa Caterina).
Per quanto riguarda i controlli della balneabilità sono 9 i tratti costieri lacustri della provincia controllati da ARPAV: 4 sul lago di Santa Croce, 1 sul lago del Mis, 4 sul lago di Centro Cadore. Come prevede la normativa, nel corso della stagione balneare, dal 15 maggio al 15 settembre, su ogni punto di controllo i tecnici eseguono, con frequenza almeno mensile, indagini che comprendono ispezioni di natura visiva delle aree e prelievi di campioni d’acqua per le analisi di laboratorio relative alla caratterizzazione microbiologica.
Quali le attività in materia di controllo delle fonti di pressione?
Distinguiamo innanzitutto i controlli preventivi, che riguardano le attività istruttorie a supporto agli Enti Territoriali e l’espressione di pareri in campo ambientale per l’autorizzazione di piani o progetti, e i controlli successivi, riferiti alle attività di controllo sul territorio svolte dopo che il progetto è stato approvato o l’impianto autorizzato, con l’attività in esercizio.
Relativamente alla seconda tipologia, ARPAV distingue i controlli eseguiti nell’ambito dell’attività di ispezione/verifica di impianti industriali e artigianali in controllo documentale: controllo sulla documentazione dell’impianto senza effettuazione di misure, campionamenti o analisi (es. : verifiche della presenza/assenza di punti di emissione in atmosfera, della presenza dell’autorizzazione alle emissioni, del rispetto delle prescrizioni riportate nell’autorizzazione, di registri di carico e scarico, di quaderni di manutenzione ….); controllo tecnico e gestionale: verifica dei requisiti di carattere strutturale dello stabilimento e delle pertinenti attrezzature; si tratta di controlli puntuali che possono richiedere esecuzioni di misure per verificare il corretto funzionamento e la sicurezza degli impianti (ad esempio la verifica delle materie prime utilizzate, delle manutenzioni effettuate, degli autocontrolli eseguiti, dei Sistemi di Monitoraggio in continuo delle Emissioni ); controllo analitico: controllo che richiede un campionamento ed una successiva analisi, oppure rilievi strumentali in campo con attrezzature portatili. Ad esempio l’esecuzione di prelievi e analisi a camino delle emissioni in atmosfera; Il controllo integrato è il controllo dell’impatto complessivo di un impianto sull’ambiente. Dal punto di vista operativo, un controllo integrato è costituito dai controlli documentale, tecnico ed analitico per matrice interessata: emissioni, scarichi, rifiuti, rumore.
La finalità strategica del controllo non è solo la semplice verifica della conformità rispetto alle normative ambientali e/o alle autorizzazioni e prescrizioni rilasciate, ma la valutazione dei risultati ai fini della definizione dei correttivi per migliorare le prestazioni ambientali delle imprese controllate e conseguentemente ridurne gli impatti e orientarle verso lo sviluppo sostenibile.
In ARPAV l’Unità Organizzativa Verifiche Impiantistiche, si occupa, inoltre, di Controlli Impiantistici ossia dell’effettuazione delle verifiche periodiche delle attrezzature di lavoro e impianti, come gli apparecchi a pressione, gli impianti di riscaldamento, gli ascensori, gli apparecchi di sollevamento e gli impianti elettrici e di messa a terra. La Legge 9 agosto 2013 n° 98, ha di fatto liberalizzato il regime di queste verifiche periodiche, prevedendo che il Datore di Lavoro possa avvalersi per la loro effettuazione di ARPAV o dei Soggetti pubblici e privati abilitati.
Quali i criteri di programmazione per le attività di controllo?
E’ importante standardizzare le modalità di programmazione delle diverse tipologie di attività di controllo al fine di assicurare, sull’intero territorio regionale, livelli il più possibile omogenei delle principali prestazioni di tutela ambientale, tenuto conto, naturalmente, delle diverse realtà presenti nei territori (principalmente in termini di tessuto produttivo, caratteristiche fisiche del territorio e risorse disponibili) e del principio della proporzionalità dei controlli al rischio inerente l’attività controllata.
I criteri generali di programmazione individuati da ARPAV, nel solco degli indirizzi normativi comunitari, nazionali e regionali, sono:
- Programmazioni specifiche concordate con le rispettive Province e/o con la Regione;
- Criticità sul territorio legate anche a eventuali segnalazioni;
- Richieste specifiche delle Autorità competenti o dell’Autorità Giudiziaria;
- Frequenze di controllo definite dalle normative e/o negli atti autorizzativi;
- Rinnovo delle autorizzazioni o modifiche di quelle esistenti;
- Analisi della serie storica relativa alla frequenza dei controlli, privilegiando le aziende con controlli meno recenti;
Oltre ai criteri generali esistono criteri di programmazione specifici per gerarchia di fonti di pressione. Ad esempio nell’ambito delle Ispezione integrata su azienda soggetta ad AUA i criteri adottati riguardano anche il potenziale impatto derivante dalla natura delle sostanze emesse, dalle portate in gioco, dall’ambito urbanistico in cui l’impianto è inserito.
L’agenzia dispone anche di un Servizio di Reperibilità, quando interviene?
ARPAV, tramite i Dipartimenti Provinciali, garantisce, al di fuor i del normale orario di lavoro, un servizio di Pronta Disponibilità attivo tutti i giorni dell’anno al fine di assicurare un pronto intervento in casi d’ emergenza ambientale.
Per emergenza si intende una qualsiasi situazione che interessa le matrici ambientali quali acqua, aria e suolo, che sia pericolosa per l’incolumità delle persone, dei beni e dell’ambiente, che richiede interventi urgenti per essere gestita e riportata alla normalità.
Sono esempi di emergenze ambientali l’incendio di attività produttive o di depositi industriali; lo scarico idrico anomalo o irregolare in fiumi, torrenti o laghi; la presenza di colorazioni, schiume o macchie di natura non precisata in corsi d’acqua o laghi; il ritrovamento di rifiuti abbandonati; un incidente stradale con coinvolgimento di autocisterne con fuoriuscita di sostanze potenzialmente pericolose.
In caso di emergenza le attività immediate sono di competenza dagli enti di primo soccorso e di primo intervento quali Comuni, Vigili del fuoco, 118 e Protezione Civile. Sono questi soggetti che, una volta verificata la significatività dell’evento, attivano Arpav che interviene per osservazioni, prelievi di campioni, valutazioni, misurazioni e analisi, consulenza tecnico-scientifica sugli aspetti riguardanti le attività produttive coinvolte, le sostanze pericolose, i possibili effetti sull’ambiente, i livelli di contaminazione.
Inoltre, per quanto riguarda il Dipartimento Regionale per la Sicurezza del Territorio, vengono assicurati programmi di Pronta Disponibilità, con riferimento a specifiche categorie di rischi naturali. Ad esempio il Servizio Centro Meteorologico garantisce un supporto meteorologico agli Enti con compiti di protezione civile e tutela del territorio e della popolazione, attraverso un servizio di pronta disponibilità, anche questo attivo 365 giorni all’anno.
Come vengono utilizzati i dati ambientali?
Uno dei prodotti di maggior valore, che l’Agenzia produce, elabora, gestisce e distribuisce, sono i dati ambientali. I dati servono per conoscere e quindi devono essere comunicati, a diversi livelli, ad esempio alle Amministrazioni Pubbliche e alle Autorità decisorie ai fini di una corretta pianificazione della gestione del territorio che coniughi l’esigenza di crescita economica con la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali. Inoltre, mediante l’attività di informazione ed educazione ambientale, l’Agenzia supporta i cittadini nell’acquisizione di conoscenze e sensibilità verso l’ambiente e nell’adozione di comportamenti responsabili orientati alla sostenibilità e di stili di vita a basso impatto ambientale, riducendo gli sprechi e migliorando l’efficienza nell’utilizzo delle risorse naturali. Questo nella consapevolezza che l’ambiente è un valore da conservare per gli attuali utilizzatori e per le generazioni future, in particolar modo nel territorio bellunese, caratterizzato dalla ricchezza di aree a elevato interesse ambientale e naturalistico come il sistema delle aree protette (Parchi e siti Natura 2000), che copre oltre la metà del territorio provinciale con habitat a elevata biodiversità.
il Sito Internet: www.arpa.veneto.it, i social media, le app sono i maggiori strumenti di divulgazione delle informazioni. Nelle pagine del sito sono disponibili bollettini, indicatori ambientali, dati in diretta e validati, elaborazioni ad hoc, relazioni relative a campagne e progetti su specifici temi e aree del territorio, e ai risultati delle attività realizzate dai tecnici ARPAV sul territorio.