I Comuni italiani, pur avendo tutti una storia molto lunga risalendo al periodo consolare e podestarile dell’XI e XII secolo, si svilupparono in periodi diversi in relazione all’autorità che comandava sul territorio. Così è stato anche per i Comuni del Veneto. Oggi hanno un ruolo fondamentale sul territorio, sono il primo interlocutore pubblico al quale il cittadino si rivolge o deve interloquire per le necessità personali e aziendali.
A rappresentare i Comuni è l’ANCI nazionale, nata nel 1901 a cui fanno riferimento le ANCI regionali. Quella veneta è nata nel 1973 ed ha come Presidente Mario Conte, Sindaco di Treviso.
Come tutti i suoi colleghi sindaci riveste un ruolo non facile poiché i problemi della cittadinanza si riversano sulla sua scrivania tutti i giorni. Com’è fare il Sindaco oggi?
Considero fare il sindaco il più bel mestiere del mondo. Chi ricopre questo ruolo, soprattutto al giorno d’oggi, deve far fronte ad una serie di problematiche: negli ultimi due anni, per esempio, i primi cittadini hanno dovuto garantire visione amministrativa e di comunità, ma anche la necessità di far fronte alle emergenze, da quella sanitaria a quella economica. Il sindaco deve garantire sia capacità di agire nel quotidiano, sia di gestire gli elementi emergenziali.
In questi ultimi anni i giovani sono sempre meno interessati alla politica e mostrano meno fiducia verso gli esponenti delle istituzioni. Cosa fare per avvicinarli di più alla “cosa pubblica”?
Sono dell’idea che tutti noi non dobbiamo parlare dei giovani ma imparare a parlare con i giovani. I ragazzi hanno grandissime potenzialità: vanno coinvolti, ascoltati e resi protagonisti della vita politica e amministrativa delle nostre Città.
I Sindaci hanno oneri e onori e pur avendo funzione di indirizzo politico-amministrativo separata dalla gestione amministrativa in capo ai dirigenti, non sono esonerati dalla responsabilità personale civile e penale. Come presidente dell’ANCI regionale ha una visione ampia delle problematiche degli amministratori locali. Come valuta l’aumento delle indennità per i Sindaci approvato nella legge di bilancio 2022?
Più che di “aumento” parlerei di compensi dignitosi e congrui rispetto a quelle che sono le responsabilità. Penso soprattutto ai colleghi dei piccoli comuni, che a fronte di un impegno costante e quotidiano si vedevano corrispondere indennità assimilabili ad un rimborso spese.
Le risorse a diposizione dei territori sono sempre inferiori alle crescenti necessità dei cittadini. Il Pnrr è un’occasione unica per poter intervenire su varie problematiche locali. Lei recentemente è intervenuto, nella veste di Presidente ANCI, denunciando lo squilibrio fra i fondi dedicati al sud e il mancato riconoscimento della capacità organizzativa, gestionale e di merito dei Comuni veneti. Ritiene che ci saranno dei riequilibri sui fondi che saranno disponibili?
Quella dei fondi del PNRR è una grandissima occasione per favorire lo sviluppo dei nostri territori. Penso comunque che con questo strumento il nostro Paese abbia la possibilità di fare un grandissimo salto di qualità in termini di meritocrazia: La battaglia per i fondi della rigenerazione urbana, che ha visto il finanziamento in extremis dei progetti inizialmente esclusi, ha fatto emergere alcuni elementi critici relativi ai criteri di attribuzione dei fondi: su questo fronte sarà necessario confrontarsi per permettere il vero salto di qualità e mentalità per una migliore distribuzione delle risorse del PNRR. L’auspicio resta quello che venga data la possibilità di investire a chi attua politiche virtuose.
Quali azioni di supporto fornirà l’ANCI ai Comuni per accedere ai fondi?
Anci Veneto, come già sta facendo, continuerà a fornire supporto nell’informazione, nel coordinamento e nell’assistenza ai Comuni.
Ritiene che i piccoli Comuni abbiamo la necessità di aggregarsi per rispondere alle crescenti esigenze della popolazione e per presentare dei progetti di qualità sui fondi del Pnrr?
Accolgo con favore l’aggregazione tra comuni per andare ad intercettare tutti quei fondi, dal Pnrr ai finanziamenti europei, in grado di portare servizi nei territori. In questo senso, sono particolarmente entusiasta del progetto Mediaree Next Generation “La Grande Treviso” che vede la Città di cui sono sindaco insieme ad altri 20 comuni quale laboratorio nazionale per elaborare nuove strategie di sviluppo, fondamentali per dare concretezza a progetti su larga scala. Fare massa critica e condividere progetti è fondamentale, soprattutto in questo periodo.
Il personale dei Comuni è in numero sufficiente e ha una preparazione idonea per affrontare il lavoro dei nuovi progetti? C’è la necessità di un loro aggiornamento sulle competenze informatiche?
Il personale dei Comuni deve essere adeguatamente formato e informato per evitare il rischio di avere una macchina senza pilota. Quando si parla di transizione digitale nella Pubblica Amministrazione ci si riferisce anche a questo per essere pronti ad affrontare le nuove sfide che si traducono poi in servizi concreti per i cittadini.
Lei ha partecipato all’inaugurazione dell’UrbanHub Innovationlab Belluno Dolomiti, come valuta questa iniziativa?
UrbanHub fa parte di quelle buone pratiche di cui il territorio ha bisogno. Sono veramente contento di aver partecipato all’inaugurazione e che Belluno abbia voluto portare avanti il progetto: innovazione, digitalizzazione e visione sono tre elementi imprescindibili per immaginare le città del futuro.
Quali sono le attuali necessità dei Comuni veneti e cosa chiede alla politica e al Governo?
Chiediamo semplificazione, sburocratizzazione per rendere più veloci le procedure oltre alla possibilità di investire: i Comuni veneti negli anni hanno dimostrato di saper programmare e amministrare e penso che questo merito vada riconosciuto e premiato.
E.C.