Ministro Federico D’Incà, mentre siamo facendo questa intervista l’invasione russa dell’Ucraina sta provocando morti e feriti nella popolazione civile coinvolgendo anche donne e bambini.
Cosa ne pensa e che azioni ha intrapreso e intraprenderà il Governo per contrastare l’invasione e far sì che la diplomazia riesca a far tacere le armi?
Il Governo si è organizzato seguendo due direzioni: da un lato la politica di sanzioni nei confronti della Russia, con l’obiettivo di limitare i finanziamenti a un esercito che sta provocando morte e terrore. Dall’altro un sostegno all’Ucraina, grazie anche ad una risoluzione approvata anche dall’opposizione. Io credo che la diplomazia e la continua richiesta di promuovere corridoi umanitari e di cessare il fuoco, siano ancora le soluzioni migliori per porre termine ad una guerra gravissima e ingiustificata.
Lei ha fatto visita ai primi profughi ucraini che sono stati ospitati nel Comune di Borgo Valbelluna. Quali interventi governativi sono stati messi in campo per l’accoglienza?
Il Governo ha ampliato la rete di accoglienza, permettendo ai cittadini ucraini di essere ospitati in tutte le strutture di accoglienza per migranti. Non solo: fin da subito, il nostro Paese ha destinato 110 milioni di euro al popolo ucraino e inviato beni di prima necessità. C’è un raccordo forte tra Governo ed Enti Locali, con tantissimi amministratori che si stanno impegnando giorno e notte per l’accoglienza: a loro, così come ai volontari e ai tantissimi giovani impegnati in questa emergenza va il mio ringraziamento.
Mentre la pandemia non è stata del tutto sconfitta ed è in corso la guerra ucraina che sta provocando una nuova emergenza umanitaria ed economica, che avrà pesanti effetti sul nostro futuro, i cittadini non comprendono come gli stessi partiti che sostengono il Governo votino in aula contro le proposte governative. Lei come Ministro ai Rapporti con il Parlamento ha il delicato compito di coordinare i lavori e il dialogo fra i gruppi parlamentari.
Che cosa sta accadendo a livello parlamentare? Si sta pensando alle prossime elezioni o alle necessità dei cittadini e delle imprese?
Il Governo continua ad essere impegnato su più fronti: in questo momento il tema dei rincari dell’energia è sicuramente prioritario e il nostro Paese ha messo in campo 16 miliardi di euro, che rappresentano una cifra importantissima, nonostante siano ancora necessari interventi per contenere la situazione e continuare ad accelerare per una decisa politica sulle rinnovabili. Non dimentichiamo, però, la gestione della pandemia che rimane sotto la massima attenzione: si stanno valutando misure per allentare le restrizioni, sempre seguendo le indicazioni e le previsioni scientifiche. Prosegue anche il lavoro sul Pnrr, con le riforme necessarie da mettere in atto e i 100 obiettivi da raggiungere: abbiamo ottenuto la prima tranche dei fondi, il cammino è intenso e deve proseguire nella giusta direzione.
Pochi giorni fa il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge “Disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane”. Ne avevamo già parlato sul numero scorso.
Quale impatto potranno avere i fondi sulla nostra provincia?
Il provvedimento segna un passo importantissimo per favorire la vita in montagna e contrastare il grave fenomeno dello spopolamento e i fondi messi a disposizione, con 100 milioni per il 2022 e 200 milioni a decorrere dal 2023, vogliono rilanciare e promuovere i territori montani, puntando sulle piccole imprese, sulla scuola, sulla sanità e limitando gli squilibri sia economici sia sociali rispetto alle altre aree. La nostra provincia ha tantissime eccellenze da valorizzare e potrà costruire una rete di imprese giovani, anche nel campo dell’innovazione o nel settore turistico, che meritano di essere supportate. Questo Governo ha dato un grande segnale di attenzione che sarà rafforzato grazie anche alle politiche del Pnrr.
E.C.