IL CATA NE PARLA CON IL DOTT. GERARDO CANCANELLI
Il D.Lgs. 81/08 fra le sue finalità pone in capo alla figura di medico competente una parte importate della prevenzione intesa come a “preservare e migliorare il benessere fisico e sociale dei lavoratori di qualsiasi genere e ordine, cercando di prevenire malattie professionali ed infortuni sul posto di lavoro”.
Sempre con lo scopo di essere al fianco delle imprese bellunesi il CATA, tramite la collaborazione attualmente di tre medici professionisti, offre il servizio di medicina del lavoro per poter dare una risposta concreta alle richieste delle aziende della nostra provincia.
Il servizio di medicina del lavoro organizzato dal CATA prevede tutti gli adempimenti previsti dal D.lgs 81/08 relativi allo svolgimento di una seria organizzazione della sorveglianza sanitaria quale la nomina del medico, gestione scadenze secondo la periodicità stabilita dal medico competente attraverso il protocollo sanitario e in funzione dei rischi specifici, gli appuntamenti, la possibilità di ottenere dei rimborsi, tutto questo prevede una attenta e scrupolosa attenzione da parte del personale CATA.
Per fare ciò, è sempre più richiesta una stretta collaborazione fra medici, tecnici della sicurezza, datori di lavoro e lavoratori, un impegno costante e un alto livello di professionalità.
Ricordiamo che la sorveglianza sanitaria, prima che un obbligo, è una forma di tutela per l’azienda e i suoi lavoratori.
Oggi ne parliamo con il dott. Gerardo Cancanelli che da alcuni mesi collabora con il CATA quale medico competente.
Dott. Cancanelli qual è la sua esperienza in materia di prevenzione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro?
Al termine degli studi di specializzazione, ho iniziato il mio lavoro spaziando dal mondo industriale al terziario avanzato. Ma il grande privilegio di cui ho goduto, è stato poter lavorare per oltre 30 anni in una grande azienda internazionale del settore energia le cui lavorazioni necessitavano (e necessitano) di un rigoroso controllo sanitario praticamente per ogni tipo di rischio per la salute oggi noto: chimico, cancerogeno, fisico, biologico, psicologico, organizzativo etc. Sorvolando peraltro sulla difficoltà di gestire la differenza che le varie norme internazionali prevedono per il controllo di medesimi rischi. E’ stata una grande “scuola” e sono convinto che ogni Medico del Lavoro avrebbe “il piacere” di confrontarsi con le tematiche generate da tali processi industriali/normativi.
Quando è obbligatorio nominare il Medico Competente?
L’obbligatorietà del medico competente dipende dal tipo di rischio dell’azienda e dalle mansioni che svolgono i lavoratori.
Secondo la normativa, i rischi che obbligano alla nomina del medico competente sono vari, tra i quali i lavori che prevedono:
- esposizione a sostanze pericolose (chimiche, cancerogene ecc.)
- movimentazione manuale di carichi o movimenti ripetuti delle braccia
- lavoratori addetti al videoterminale per almeno 20 ore medie settimanali
- esposizione ad agenti fisici (come rumore, vibrazioni meccaniche, campi elettromagnetici, radiazioni ottiche, polveri ecc.)
- esposizione ad agenti biologici
- lavoro notturno
- esposizione a radiazioni ionizzanti
- lavoro in ambienti confinati
- lavori su impianti elettrici ad alta tensione
- lavori in altezza
Quali sono gli obblighi e i compiti del Medico Competente?
Il Medico Competente è coinvolto attivamente nel processo di tutela e prevenzione interno all’azienda. In particolare, ha l’obbligo di:
- effettuare la sorveglianza sanitaria
- partecipare alla redazione del DVR
- effettuare i sopralluoghi sul luogo di lavoro
- partecipare alla riunione sulla sicurezza
In che cosa consiste la sorveglianza sanitaria obbligatoria e in quali momenti va effettuata?
La sorveglianza sanitaria aziendale consiste nell’effettuare visite mediche ed esami clinici, biologici o indagini diagnostiche legate al rischio a cui è esposto il lavoratore.
La norma prevedere:
- Visita medica preventiva, per verificare l’idoneità al lavoro e alla mansione specifica che il lavoratore andrà a svolgere. Su richiesta del datore di lavoro, la visita medica preventiva può essere svolta in fase preassuntiva
- Visita medica periodica per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed esprime giudizio sull’idoneità fisica alla mansione. Qualora non sia specificata dalla normativa, la periodicità degli accertamenti viene indicata dal medico competente.
- Un’ulteriore visita medica, in caso di cambio mansione, per verificare l’idoneità della mansione specifica.
- Visita medica precedente alla ripresa del lavoro dopo un’assenza per motivi di salute di oltre 60 giorno continuativi
A seguito della visita, il medico competente informa per iscritto il lavoratore/lavoratrice e datore di lavoro sugli esiti del controllo sanitario.
Quali sono i lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria?
Secondo il D.lgs 81/08, in caso di esposizione ai rischi prima citati, il datore di lavoro deve sottoporre a sorveglianza sanitaria:
- i lavoratori con qualsiasi tipo di contratto
- i soci lavoratori
- gli associati in partecipazione
- soggetti in tirocinio formativo o di orientamento
Il Medico Competente ha l’obbligo di visitare gli ambienti di lavoro?
All’art. 25, comma 1, lettera l, del D.Lgs 81/08 riporta tutti gli obblighi del medico competente tra cui anche quello di “visita gli ambienti di lavoro almeno una volta all’anno o a cadenza diversa che stabilisce in base alla valutazione dei rischi; la indicazione di una periodicità diversa dall’annuale deve essere comunicata al datore di lavoro ai fini della sua annotazione nel documento di valutazione dei rischi”
Oggi, anche la medicina del lavoro è sempre più indirizzata verso l’attuazione di piani di prevenzione e promozione della salute, attraverso l’educazione sanitaria e la correzione di stili di vita anche in ambito lavorativo cosa ci dice in proposito?
Prevenzione e Promozione, se attuate congiuntamente, sono in grado di potenziare i risultati in modo quasi da non risultare credibili! La Prevenzione (Sorveglianza Sanitaria) si pone l’obiettivo di individuare in fase molto precoce una deviazione dello stato di salute (indotta dal lavoro/esposizione) rispetto allo stato di normalità, consentendo quindi di esercitare un intervento “riparatore” tale da ripristinare il percorso “ante deviazione”. La Promozione invece agisce sullo stato di “Consapevolezza”, stimolando in ognuno di noi l’adozione di comportamenti sani e salutari capaci di prevenire (o allontanare significativamente) l’insorgenza di patologie cronico-degenerative o da sovraccarico metabolico: stimolare quindi la giusta e costante attività fisica, condurre una sana ed equilibrata alimentazione secondo i principi della “Piramide Alimentare” (acqua, frutta, corretta ripartizione carboidrati/lipidi/protidi, porzioni), controllare il consumo di alcolici, abolire fumo di sigaretta, evitare ogni forma di abuso. Si pensi che la sola attività fisica (se condotta con costanza e serietà) è in grado di ridurre significativamente l’insorgenza di patologia tumorale!
La Promozione si esercita anche con azioni di monitoraggio attraverso l’esecuzione periodica di controlli sanitari di ampio spettro, idonei a individuare in fase preclinica alterazioni ancora asintomatiche, ma che se trascurate o disconosciute possono evolvere in malattie il cui intervento terapeutico potrebbe anche risultare inefficace. Si tratta dei cosiddetti “Check-up” che, condotti in pieno benessere, possono intercettare un problema silente, ma evolutivo. Spesso anche in fase di Sorveglianza Sanitaria (visite mediche periodiche), in accordo con aziende “lungimiranti” (previo consenso su base volontaria) il MC esegue alcuni semplici accertamenti che hanno proprio questo scopo (ecg, assetto lipidico, glicemia etc).
Quindi risulta facile intuire come la Prevenzione Sanitaria associata ad una valida Promozione della Salute siano capaci di modificare sostanzialmente la qualità della vita delle persone.
Direi proprio di sì e non è certo un caso se il Legislatore attribuisce al Medico Competente (tramite il D.Lgs 81/08) un ruolo rilevante in tema di Promozione della Salute!
Colgo l’occasione di questa intervista anche per lanciare un messaggio sull’importanza della vaccinazione, visto il particolare il momento che viviamo. Premetto che non esiste sostanza innocua per l’uomo (anche l’acqua può risultare fatale, dipende dalla dose). Di conseguenza anche un vaccino può manifestare effetti avversi. Ma risulta veramente difficile comprendere il timore nei confronti dell’attuale vaccino per il CoViD, mentre nessuna preoccupazione ci assale quando assumiamo un farmaco per il mal di testa, per una lombalgia, per una nevralgia. Gli effetti avversi di tali farmaci sono ben più frequenti e gravi. Il CoViD è una “malattia” seria, con conseguenze “multiorgano” di cui ancora ignoriamo gli effetti nel lungo periodo. I numeri che giornalmente ci vengono presentati sono impressionanti: milioni e milioni di morti nel mondo (almeno quelli noti!) e complicanze significative. Il vaccino è un’arma potente, verosimilmente l’unica in grado di liberarci da questo “fardello”. Può dar luogo a problemi, ma non possono essere assolutamente confrontabili con quelli generati dal virus: siamo su “scale” con ordini di grandezza incomparabili! Invito tutti a riflettere attentamente di fronte all’orientamento di non vaccinarsi.