LA TRAMA DEL TESSUTO PRODUTTIVO BELLUNESE SI DEVE BASARE SU SINERGIE FRA L’INDUSTRIA, L’ARTIGIANATO, L’AGRICOLTURA E IL TURISMO
Guardando alla nostra Provincia non è semplice dare una lettura alle crisi che alcune nostre realtà produttive stanno attraversando, come le storiche aziende dell’Ideal Standard di Trichiana e dell’Acc di Mel, in quanto sono frutto di varie concause che si sono incatenate nel tempo. Di certo è che queste importanti difficoltà aziendali ci devono far riflettere su quanto è accaduto per organizzare il nostro presente e progettare il futuro.
Il difficile e recente accordo raggiunto al Mise sullo stabilimento dell’Ideal Standard è un’ottima notizia, ma non risolve il problema di fondo. Si troveranno investitori e acquirenti? E se sì, che garanzie ci saranno che non si ritorni fra un paio d’anni alle stesse condizioni? Quello che ancora manca è una progettualità sullo stabilimento e sul settore.
Come noto, l’industrializzazione nella nostra Provincia è avvenuta dopo la catastrofe del Vajont del 1963 trovando nel Bim Piave l’elemento coordinatore degli insediamenti che si svilupparono, grazie agli ingenti fondi messi a disposizione per la ricostruzione, fra gli anni Sessanta e Novanta. Indubbiamente ciò creò occupazione e benessere, un vero miracolo economico. Ci fu, però, anche il rovescio della medaglia e cioè l’assorbimento della manodopera proveniente dall’agricoltura e dal piccolo artigianato che si impoverirono di operatori e di competenze. Nel Cadore ci fu il proliferare di imprese artigianali “ terziste” che lavoravano per le grandi fabbriche.
Ovviamente non mi addentro in analisi sociologiche ed economiche, per le quali non ho le competenze adeguate, sul perché delle crisi che successivamente sono avvenute in alcuni comparti produttivi, ma consentitemi di fare alcune considerazioni ponendomi alcuni interrogativi.
Perché non si è potuto sviluppare una maggiore connessione fra le grandi aziende e l’artigianato? Perché non si sono sviluppate maggiori competenze professionali poiché il mercato del lavoro si è evoluto e non ha più oggi solo bisogno di operai generici?
Perché non si è riusciti a creare concrete sinergie fra i vari settori produttivi come fra l’agricoltura e il turismo?
E’ indubbio che il nostro tessuto produttivo sia fragile, che la nostra Provincia soffra dell’invecchiamento e dello spopolamento e non riesca a trattenere i giovani, soprattutto quelli più preparati. Forse è giunto il tempo per ripensare e riprogettare il nostro modello di sviluppo che veda partecipi tutti gli attori sociali, economici e produttivi.
Come Centro Consorzi siamo impegnati sin dalla nascita della Scuola del legno di quarant’anni fa nel formare, aggiornare e qualificare operatori e imprenditori con corsi riconosciuti di livello. Negli ultimi anni stiamo alzando l’asticella della formazione anche con l’alta cultura con la nascita di UNIDOLOMITI, con FabLab stiamo guardando al futuro con l’applicazione delle nuove tecnologie e scoperte e ampliando i servizi alle imprese.
Abbiamo a cuore il nostro territorio, le aziende e i bellunesi e pertanto siamo a disposizione di chi ha ruoli politici, ai vari livelli e la responsabilità di governare i processi di crescita e di benessere della nostra Provincia.
Auspico che a breve si costruisca una Regia provinciale dove tutte le parti produttive, sociali e culturali elaborino un progetto che con lungimiranza sappia sintetizzare e coniugare esigenze di tutela ambientale e territoriale con quelle occupazionali, reddituali, formative e promozionali delle indubbie peculiarità di cui disponiamo. E che ciò permetta d’unire di più i territori e le vallate con una proposta concreta di sviluppo condiviso, abbandonando il localismo –pur salvaguardandone l’identità- per una visione più ampia e fruttuosa d’insieme. Se siamo uniti e con le idee chiare di dove andare, sapremo certamente proporre con più autorità e peso alla politica le soluzioni ai tanti problemi che abbiamo ancora irrisolti.
Il Pnrr ci offrirà notevoli risorse, occasioni di ripartenza e di cambiamenti, non sprechiamole. Forse guardando al percorso d’integrazione fra i settori produttivi della contigua provincia di Bolzano potremmo trovare delle utili indicazioni.
Antonio Manzotti
Presidente Centro Consorzi